Lavoro con persone LGBT+
Diversità di genere e di orientamento sessuale: consulenza e psicoterapia
Il termine “GSD” nasce negli ambienti scientifici anglosassoni per indicare il lavoro con persone che si ritengano “diverse” (nel senso più positivo e inclusivo del termine) riguardo alle proprie identità di genere e/o sessuale: si tratta di offrire servizi psicologici e psicoterapeutici di qualità per chiunque si definisca come gay, lesbica, bisessuale, transgender, intersessuale o di qualsiasi altro orientamento sessuale o identità di genere all’interno dello spettro LGBT+.
È un’espressione considerata più inclusiva rispetto all’acronimo tradizionalmente utilizzato LGBT (IQ) (lesbica, gay, bisessuale, transgender / intersessuale, questioning – che si interroga -). “GSD” ha a che fare con la dimensione sessuale dell’essere umano osservata complessivamente: non solo il genere o l’orientamento sessuale, ma anche lo stile di vita, indipendentemente dalla propria identità. Permette anche l’apertura a riflessioni riguardanti altre possibilità, come l’asessualità e il celibato, il poliamore o il cosiddetto swinging (quello che in italiano viene malamente tradotto come “scambismo”), le pratiche BDSM (cioè le esperienze relazionali e/o erotiche legate alla condivisione di fantasie basate sul dolore, il disequilibrio di potere e/o l'umiliazione tra due o più partner adulti e consenzienti che traggono da queste soddisfazione e piacere).
[coppia etero] Ultimamente abbiamo cominciato a sperimentare qualcosa di nuovo: abbiamo incontrato 2 coppie attraverso un sito internet, ed è stata un’esperienza molto coinvolgente, che ha rinforzato il nostro legame. C’è stato bisogno di tempo, preparazione, intensa comunicazione tra di noi: volevamo che tutto fosse pronto per provare questa novità, ma senza che qualcosa potesse minare la nostra unione, che vogliamo preservare prima di ogni cosa. Non ci tratta, cioè, di cercare tradimento o semplicemente un’esperienza sessuale alternativa.
Le preferenze e le scelte di relazione sono varie e ognuna costituisce una narrazione individuale. Alcuni di questi racconti mostrano l’attraversamento di difficoltà di vario tipo, ma naturalmente la maggior parte delle persone GSD arriva in psicoterapia per raggiungere una maggior soddisfazione personale. Aiutare la persona a identificare e nominare la propria sessualità mette in evidenza l’estrema complessità delle esperienze affrontate e da affrontare. Si tratta, in particolare, di situazioni in cui i fattori interpersonali hanno spesso un peso molto più rilevante rispetto a quelli intrapsichici.
[coppia lesbica]Sento ancora persone chiederci: “Chi di voi fa l’uomo di casa?”.
La terapia riguardante il genere e la diversità sessuale (acronimo inglese: GSDT) è una pratica molto recente elaborata e promossa innanzitutto in ambito anglosassone, che vuole andare oltre le cosiddette “terapie affermative dell’omosessualità”, per comprendere e sostenere tutte le forme, aspetti e problemi legati alla sessualità umana e alle diversità sessuali.
Si tratta di un approccio trans-teorico dove tutti i modelli (psicodinamici, umanistici, comportamentali) possono operare. L’importante è che il professionista abbia effettuato una formazione specifica per questo tipo di lavoro: mentre troppo spesso viene dato per scontato che qualsiasi psicologo sia in grado di lavorare con certe tematiche, così non è. Più frequentemente, infatti, i nostri modelli sociali e culturali di riferimento privilegiano l’eterosessualità sia come norma sociale, sia come segno di salute psicologica; e si tratta di stereotipi molto difficili da sradicare, per i quali lo sforzo consapevole non è sufficiente.
Sono ancora troppi i terapeuti italiani che sostengono di essere d’accordo ad aiutare un cliente a sopprimere la propria omosessualità: le cosiddette “terapie riparative” sono molto pericolose, oltre che immorali e contrarie al nostro Codice Deontologico, perché di fatto colludono con l'oppressione sociale e interna che spesso vengono raccontate da chi desideri modificare il proprio orientamento sessuale. A questo riguardo è possibile consultare qui un libro di Vittorio Lingiardi, pubblicato proprio in seguito a una ricerca sul tema effettuata alcuni anni fa presso l’Università La Sapienza di Roma.
I clienti GSD possono chiedere una psicoterapia terapia con domande che di fatto non sono così diverse da quelle presentati da qualsiasi altra persona, ma è comunque fondamentale che il terapeuta abbia ben presente che la loro esperienza individuale porterà certamente – presto o tardi – contenuti ulteriori all’interno del loro racconto. È importante considerare fattori come:
- la potenza sociale e culturale dell’ambiente eteronormativo, patriarcale ed eurocentrico della società in cui siamo cresciuti;
- l'oppressione esterna e i messaggi negativi intorno al sesso che continuamente arrivano (in maniera diretta o più subdola;
- l'oppressione interiorizzata di chi appartiene a un qualsiasi tipo di minoranza (in questo caso sessuale, ma è così anche per la disabilità, o per le origini etniche).
[uomo gay] Non sono mai riuscito a sentire il desiderio di diventare genitore, e oggi mi rendo conto che lo facevo per difendermi. Finchè io, in prima persona, ho creduto che un gay non potesse avere una storia stabile, e magari anche sposarsi (cioè avere dei diritti), non c’era spazio in me per esprimere il mio desiderio. Ma oggi so che mi piacerebbe tantissimo diventare padre, anche se so che per me, il mio compagno e il nostro eventuale figlio, le cose potranno essere più difficili che per altri.
Il terapeuta deve quindi possedere un'ampia comprensione del contesto sociale in cui il sesso e le diversità sessuali si sviluppano, oltre che di come le diverse identità possono interagire e talvolta confliggere.
È altrettanto importante per il terapeuta potenziare la consapevolezza dei propri pregiudizi, credenze e ipotesi su ciò che è sano e normale in termini di sesso, ruolo di genere, rapporti interpersonali. Tutti siamo cresciuti in un ambiente dominato da una cultura “mainstream”, in cui le credenze eteronormative (della serie “la normalità è l’eterosessualità”) sono un assunto scontato e permanente, e pertanto nessuno di noi è interamente libero dall'eterosessismo e dall'omofobia, allo stesso modo in cui è difficile essere liberi da atteggiamenti razzisti o sessisti.
Avere un amico gay non basta, né è sufficiente semplicemente tenere un'identità GSD: una formazione specifica è essenziale avere una comprensione sufficiente degli elementi intrapsichici, così come quelli socialmente costruiti dell’esperienza GSD.
Nostro figlio, a 3 anni e mezzo, gioca con tutto, ma privilegia le bambole. I suoi compagni di materna praticamente non ci fanno caso, mentre noi ci ritroviamo ad affrontare i commenti o le battute di molti adulti che si permettono di dire cose che potrebbero persino sembrare offensive. Siamo preoccupati per quello che potrebbe dover affrontare crescendo: battute, umiliazioni, forse addirittura aggressioni?
Chi appartiene a una minoranza, deve continuamente fare i conti con qualcosa che di fatto influisce molto significativamente nella propria vita.
Le persone GSD appartengono a molte comunità (spirituale, culturale, professionale, politica, familiare, di genere, ecc.) e sperimentano di continuo l'impatto di credenze o ideologie contrastanti nella propria vita.
Il coming out, cioè lo svelamento di qualcosa che riguarda la propria identità sessuale, è un vero e proprio processo, non un singolo evento: la persona GSD affronta quotidianamente il timore di essere rifiutata, di trovarsi esposta a discriminazioni più o meno esplicite o intense in ambito familiare, amicale, lavorativo, istituzionale, sanitario, etc.).
Il professionista che abbia una condotta professionale etica e che sia esperto delle tematiche GSD deve essere sufficientemente flessibile per lavorare con tutte le persone, indipendentemente dal loro vissuto riguardante la propria sessualità.
Attraverso la collaborazione con l’Associazione Accademia Pons vengono inoltre promossi programma di prevenzione al bullismo omofobico e lavori su autostima, sviluppo della propria identità, educazione all’affettività. Tramite workshop, presentazioni, conferenze formative e sostenendo iniziative giovanili, il nostro impegno va nella direzione di agevolare i giovani a celebrare la diversità, considerata un potenziale arricchimento.