Il fenomeno del bullismo

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Il termine bullismo deriva dal termine inglese “bullying” (opprimere, tiranneggiare): è una forma di sopraffazione sperimentata da un bambino o da un adolescente  ad opera di un compagno prevaricatore.

Questa situazione crea nella “vittima” una condizione di sofferenza, una forte svalutazione della propria identità e l’alto rischio di emarginazione dal gruppo.

È un fenomeno caratterizzato da violenza fisica, verbale e psicologica che può avere conseguenze molto dannose a lungo termine, e non è semplicemente sovrapponibile al concetto allargato di aggressività.

Il bullismo può confondersi con i normali conflitti fra coetanei, ma vi sono delle caratteristiche che lo definiscono in maniera precisa:

  • Il bullo fa soffrire intenzionalmente l’altro senza provare compassione;
  • l’azione “maligna” deve essere compiuta più volte e frequentemente;
  • la relazione tra i soggetti coinvolti è esplicitamente asimmetrica


Si possono individuare due forme di bullismo:
Il bullismo diretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo, e a sua volta può essere catalogato come

  • bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni, o la molesta sessualmente;
  • bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola;
  • cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.

Il bullismo indiretto è meno visibile di quello diretto, ma non meno pericoloso, e tende a danneggiare la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, escludendola e isolandola per mezzo soprattutto del bullismo psicologico e quindi con pettegolezzi e calunnie sul suo conto.
Tipicamente, il “bullo”  si mostra aggressivo verso i coetanei, gli insegnanti ed anche i genitori.
È  impulsivo, poco empatico, incapace di stabilire relazioni positive, con un livello di autostima elevato, ma solo in apparenza. Ha pochissima tolleranza della frustrazione e difficoltà nel rispettare le regole.

Alcuni autori hanno formulato degli elenchi con varie caratteristiche comportamentali che sarebbero frequenti rispettivamente nel bullo e nella vittima.
Vengono qui proposte a titolo chiarificatore, ma non possono essere utilizzate per trarre delle conseguenze affrettate o semplicistiche: in ogni situazione in cui sorga qualche dubbio a riguardo, è sempre importante rivolgersi a uno specialista.
Indicatori del possibile bullo

  • prende in giro ripetutamente ed in modo pesante;
  • rimprovera, intimidisce, minaccia, beffeggia, comanda a bacchetta;
  • ha un forte bisogno di dominare;
  • mette in ridicolo;
  • prende a pugni, a calci, strattona;
  • danneggia le cose che appartengono ad altri;
  • si inquieta facilmente ed è poco tollerante;
  • è oppositivo, insolente, aggressivo;
  • prende parte ad altri comportamenti antisociali.

bullismo-02Il profilo della vittima
Le vittime prescelte sono indifferentemente maschi o femmine, spesso cauti, riservati, timorosi e sensibili. Se molestati tendono a non reagire, hanno scarsa autostima e un’immagine negativa di sé. A scuola vivono una condizione di solitudine e abbandono. Il ripetuto attacco dei coetanei aumenta inevitabilmente l’ansia, l’insicurezza e abbassa l’autostima. Gli studenti vittimizzati sono fisicamente più deboli, hanno paura di farsi male o essere feriti, risultano incapaci nelle attività sportive ed hanno scarso coordinamento corporeo. La vittima ha difficoltà ad affermarsi nel gruppo dei coetanei, tende a rapportarsi meglio con gli adulti, tuttavia non racconta i soprusi che subisce, nè ai genitori, nè agli insegnanti. I compagni di scuola difficilmente stringono amicizia con lui, o per paura di essere etichettati come già lo è lui, o per disprezzo. Questo atteggiamento collettivo tende, in genere, a sfociare nel totale isolamento. Una volta diventato bersaglio di molestie, il ragazzino eletto a vittima, verrà infastidito anche dagli altri compagni, perché ritenuto facile bersaglio, e il bullo non proverà sensi di colpa nei suoi riguardi.
Si sviluppa così un processo di de-umanizzazione che fa del vittimizzato un individuo che merita di essere picchiato e sottomesso.
Alcuni indicatori comportamentali della vittima:

  • è ripetutamente presa in giro in modo pesante, ingiuriata, rimproverata, denigrata, messa in ridicolo, intimidita, umiliata, minacciata, comandata, dominata
  • è oggetto di derisione, apparentemente in modo amichevole
  • è aggredita fisicamente
  • è coinvolta in litigi o scontri nell’ambito dei quali si mostra indifesa e di fronte ai quali tende a ritirarsi, spesso piangendo
  • ha lividi, ferite, tagli e graffi di cui non si può dare una spiegazione naturale
  • non porta a casa compagni di classe o coetanei e raramente trascorre del tempo con loro
  • non ha nessun amico per il tempo libero
  • non viene invitata a feste e non ne organizza, pensando che a nessuno interessi
  • sceglie percorsi più lunghi per il tragitto casa-scuola
  • dorme male e fa brutti sogni
  • sembra timorosa e riluttante ad andare a scuola la mattina ha scarso appetito, ricorrenti mal di testa o mal di stomaco
  • il rendimento scolastico e l’interesse per la scuola diminuiscono
  • ha frequenti sbalzi d’umore: sembra infelice, triste e depresso e spesso manifesta irritazione e scatti d’ira
  • chiede o ruba denaro alla famiglia (spesso per assecondare i bulli)
  • i suoi libri, il suo denaro o altre cose di sua appartenenza vengono presi, danneggiati o sparsi in giro
  • è spesso sola ed esclusa dal gruppo dei pari durante l’intervallo e l’orario di mensa
  • è scelta per ultima nei giochi di squadra
  • tende a stare molto vicino all’insegnante p ad altri adulti durante l’intervallo
  • ha difficoltà nel parlare in classe e dà l’impressione di essere ansiosa e insicura


Vittima provocatrice (è una tipologia “particolare” di vittima, che in qualche modo si situa a metà strada tra il vero e proprio bullo e la vittima passiva):

  • può essere caratterizzata da un temperamento particolarmente energico, per cui tende a ricorrere alla forza o controbattere, anche se in modo poco efficace, quando viene attaccata o insultata
  • può essere iperattiva, con poca capacità di concentrazione, offensiva
  • può essere goffa e immatura, e manifestare abitudini irritanti
  • può essere sgradita anche agli adulti (ad esempio gli insegnanti)
  • può tendere a prevaricare gli studenti più deboli


bullismo-03Nelle vicende che vedono coinvolti bulli e vittime, esistono anche altri personaggi: i bulli passivi e gli spettatori.  Accanto alla dinamica relazionale che coinvolge i principali “attori” del bullismo vi sono individui non direttamente coinvolti, ma che assistono e rinforzano il comportamento del bullo (incitando, ridendo, ecc.) o che sono semplicemente a conoscenza degli episodi di prevaricazione.
I primi possono essere definiti “bulli passivi”, seguaci o sobillatori poiché simpatizzano e sostengono il bullo nelle sue prevaricazioni. Si tratta di un gruppo di soggetti molto eterogeneo che può comprendere anche studenti insicuri e ansiosi.
Vi sono anche coloro che sostengono i bulli e coloro che non intervengono: entrambi favoriscono il perpetrarsi del fenomeno. Questi ultimi sono i cosiddetti “esterni” o spettatori, ovvero quella “maggioranza silenziosa” che, pur non approvando le prepotenze, di fatto le tollera e non interviene a difesa della vittima per paura di ritorsioni o per conservare la tranquillità personale. Da ciò è possibile riconoscere nel fenomeno bullismo una imprescindibile dimensione di gruppo.
Esistono diversi fattori che hanno un ruolo fondamentale nel verificarsi del fenomeno del bullismo, che nasce proprio dall’intreccio di diverse opportunità. Eccone alcuni:

  • dinamiche psicologiche: bulli e vittime mettono in atto delle modalità caratteristiche per interpretare e ricostruire le interazioni sociali: nei bulli, difficoltà ad identificare le emozioni altrui e ad interpretare i segnali sociali; nella vittima, un deficit specifico circa il riconoscimento della rabbia e una “lettura soggettiva” dell’evento stressante, assumendo su di sè la colpa di quanto accaduto);
  • la famiglia: l’atmosfera familiare, ed in particolare gli stili educativi messi in atto dai genitori hanno peso rilevante nella crescita di un individuo e nella costruzione della sua identità (ad es: le vittime hanno relazioni più solide e rapporti più positivi con i propri genitori, in particolare con la madre; i bulli vivono più facilmente in un ambiente familiare in cui poco spazio viene dato all’espressione e decodifica delle emozioni);
  • il gruppo dei pari: rappresenta la sfera sociale del ragazzo, è il suo mondo, ed è all’interno di questo contesto che egli impara a relazionarsi con i suoi pari, costruendo l’immagine pubblica di sè, sperimentandosi, confrontandosi con gli altri. Insomma: il gruppo diventa, soprattutto a partire dalla preadolescenza, il luogo privilegiato di costruzione della propria identità. (Nell’ambito del bullismo si innescano nel gruppo dinamiche si esclusione e di appartenenza al gruppo);
  • la scuola: luogo dell’istruzione e dell’educazione, scandito da precise regole e orari: all’interno di essa si costruiscono svariati rapporti interpersonali e si viene costantemente valutati, non solo dagli insegnanti ma anche dal gruppo dei coetanei.
  • la televisione ed i videogiochi: molte ricerche negli ultimi 30 anni hanno esplorato questo settore, ma nessuna di esse è riuscita a dimostrare se realmente vi sia un legame diretto fra la visione della violenza e l’aumento del comportamento aggressivo agito da chi ne fruisce

Il fenomeno del bullismo può assumere forme differenti, coinvolgendo sia maschi che femmine, e spesso riesce a passare inosservato agli occhi degli adulti. Non sempre è semplice individuare le cause sottostanti, e di volta in volta vengono accusate la scuola, la famiglia o la società, le quali, a loro volta, tendono a delegare interventi e responsabilità l’una all’altra, innescando una sorta di circolo vizioso.
Sicuramente il modo migliore per affrontare questo fenomeno è quello della prevenzione. Questo breve scritto vuole essere solo una breve introduzione al fenomeno, che è decisamente complesso e sfaccettato nelle sue manifestazioni.
Infine allego in calce alcuni siti internet consultabili per avere informazioni più dettagliate riguardanti il fenomeno del bullismo, la prevenzione, il trattamento.
www.smontailbullo.it
www.genitori.it
www.bullismo.com
www.bullismo.it
www.bullismo.info