Fare psicoterapia nell'epoca del "tutto e subito"

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I disagi e i disturbi di origine psicologica sono dei segnali ai quali bisogna dare il legittimo ascolto, sia che si manifestino come conflitti interiori, sia che si tratti di veri e propri sintomi somatici: essi indicano che qualcosa non va nel proprio funzionamento, nel modo di percepire e affrontare la realtà.

Rivolgersi a uno specialista significa quindi cominciare a prendere in considerazione la possibilità di mettersi in gioco e di affrontare apertamente le questioni preoccupanti.

In questa sede darò per scontata la necessità di rivolgersi innanzitutto a un professionista di fiducia (che a volte è il medico di base, altre un amico che si occupa di qualcosa di ritenuto affine al problema da affrontare), che possa indirizzare verso la corretta modalità per effettuare una diagnosi accurata. Per ipotesi, non si possono fare diagnosi di attacchi di panico, di disfunzioni sessuali a base psicogena, o ancora di disturbi psicosomatici, senza aver prima escluso eventuali componenti organiche, cioè cause del problema che siano collocabili in un malfunzionamento corporeo.

"Quando ho cominciato ad avere i primi sintomi di depressione sono andato a cercare su internet: da un lato mi ha confortato il fatto di trovare così tante persone che soffrissero come me, dall'altro in certi momenti mi sono preoccupato ancora di più, perché più leggevo cose, più mi sembrava di avvertire sintomi nuovi... quindi alla fine stavo peggio!".

Questo significa innanzitutto che

  • il fai-da-te (per esempio su internet) è da escludere a priori,
  • bisogna sempre escludere in maniera indubbia la presenza di eventuali cause organiche
  • a questo punto è appropriato rivolgersi a uno psicologo, che svolga un accurato percorso diagnostico e arrivi a poter restituire al paziente in questione il proprio punto di vista riguardo le problematiche a lui esposte.

La prognosi che segue a questo passaggio può includere un qualche tipo di trattamento - che dipende innanzitutto dalla patologia riscontrata - e in seconda battuta dall'orientamento teorico del professionista in questione.

"Quando mi hanno dimesso dal Pronto Soccorso dicendomi che andava tutto bene, che il mio cuore funzionava alla perfezione, e che era il caso che consultassi uno psicologo mi sono sentito in parte sollevato: non stavo rischiando di morire! Poi, però, mi ha molto preoccupato l'idea di avere qualcosa che non andava a livello psicologico: potevo essere <pazzo>? Ho deciso quindi di rivolgermi al più presto a un professionista, perché non sopportavo più né la mia ansia, né tantomeno l'idea di avere qualche rotella fuori posto."

Nel caso in cui si intraprenda un percorso di psicoterapia, è necessario avere sufficiente consapevolezza del fatto che, per produrre dei cambiamenti, ci vorranno determinazione, impegno e tempo. Un processo di trasformazione, infatti, è qualcosa di complesso, che richiede

  • la scelta di un terapeuta con cui si senta di riuscire a lavorare bene,
  • la tolleranza dei tempi: l'orario della seduta, la sua durata, le interruzioni per le vacanze, la consapevolezza che "ogni cosa ha il suo tempo", etc
  • i costi: non solo in termini economici o di investimento di tempo, ma soprattutto in termini mentali, cioè...
  • ... la fatica emotiva nell'intraprendere e portare avanti un percorso che può essere anche lungo e impegnativo. Senza contare che la buona volontà da sola non basta, perché le resistenze inconsce verso alcuni tipi di cambiamenti sono all'ordine del giorno per tutti i pazienti, anche i più motivati!

Naturalmente esistono numerosi e tempestivi benefici, ma in questa sede il nostro intento è quello di riflettere insieme proprio su ciò che potrebbe essere difficile da affrontare, mentre ben sappiamo che sta nell'ordine naturale delle cose che le cose già facili fluiscano più agevolmente.

  • Soppesare attentamente costi e benefici,
  • porre domande dirette al proprio terapeuta (anche quando potrebbero sembrare faticose),
  • non cedere alla prima difficoltà
  • sono alcuni degli elementi necessari per affrontare passo per passo la propria evoluzione psichica, senza impulsivamente pensare di rivolgersi a cure alternative che millantano cambiamenti rapidi e duraturi.

"C'è stato un momento in cui mi sembrava che non succedesse nulla, o addirittura in certi momenti mi sentivo quasi peggio del solito. Ho provato a parlarne con la mia psicologa – con molta fatica! -, e questo ci ha aiutate ad entrare in una nuova fase... è come se mi fosse sbloccato qualcosa dentro. Avevo paura ad espormi, ma è stato meglio così!"

Portare avanti una psicoterapia significa infatti accettare di attraversare

  • momenti proficui – in cui molte cose sembrano muoversi in una buona direzione -,
  • altri decisamente negativi – quando emozioni penose e sfiducia sembrano avere la meglio - e
  • altri ancora in cui semplicemente sembra non succedere nulla – ma in realtà sappiamo bene che la nostra psiche continua incessantemente il suo fruttuoso lavorio -.

Vero che la cultura attuale ci porta sempre più nella direzione dell'evitamento efficace e fulmineo della sofferenza, ma non è schivando le difficoltà che si può affrontare la vita, anzi! Spesso le persone stanno male proprio perché per troppo tempo hanno cercato di non guardare in faccia la realtà, di negare il proprio dolore – anche il più esiguo -, illudendosi che il solo sorridere sia la panacea di tutti i mali.

Quindi... semplicemente il mio consiglio è di lasciarsi andare alle proprie emozioni, accogliendole sia quando fanno stare bene, sia quando fanno soffrire. Rimanere fedeli a se stessi e rispettarsi significa innanzitutto curarsi di sé, il che a volte può anche significare doversi affliggere un po', e trovare la forza di affrontare ciò che fa male, se necessario anche con aiuto specialistico.